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mercoledì, 3 Dicembre 2025

Decreto flussi: l’inganno dei nuovi schiavi

Decreto Flussi: Una Programmazione Illusoria

L’approvazione del nuovo decreto flussi per il triennio 2026-2028 delinea un orizzonte governativo apparentemente pragmatico, volto a colmare le lacune del tessuto produttivo con l’immissione di quasi mezzo milione di lavoratori non comunitari. Tuttavia, questa manovra solleva perplessità sostanziali, configurandosi più come un’operazione di facciata che come una risoluzione organica delle problematiche occupazionali. La logica sottesa al provvedimento, che privilegia l’importazione di manodopera formata all’estero, oblitera deliberatamente la questione dei numerosi immigrati già presenti sul territorio nazionale, spesso relegati in un limbo di irregolarità e sfruttamento. Si palesa così una dicotomia stridente: da un lato, l’esaltazione di un’immigrazione “funzionale”; dall’altro, l’abbandono di chi, già qui, potrebbe essere regolarizzato e inserito proficuamente nel mercato del lavoro, sanando altresì le piaghe del lavoro nero.

Il Paradosso del Decreto Flussi

Risulta paradossale la narrazione che contrappone la presunta impossibilità di reperire e formare i lavoratori stranieri in Italia alla célere organizzazione di percorsi formativi nei Paesi d’origine, come previsto dal Piano Mattei. Questa scelta strategica avvalora il sospetto di una volontà politica precisa: gestire l’immigrazione come un mero strumento numerico, un flusso da calibrare secondo le esigenze datoriali, senza affrontare le criticità strutturali come i salari inadeguati e le condizioni di lavoro inumane, specialmente nel comparto agricolo. La questione salariale viene sistematicamente elusa, preferendo la perpetuazione di un sistema basato su quote, contingenti e, in ultima analisi, sulla sottomissione di individui resi più vulnerabili dalla loro condizione giuridica. La gestione securitaria del fenomeno migratorio, inoltre, trae giovamento dalla presenza di irregolari, la cui esistenza alimenta la percezione di un’emergenza costante, legittimando un inasprimento dei controlli e l’espansione di un apparato di sorveglianza capillare.

marionetta vestita da contadino manovrata da fili invisibili su una scacchiera, a rappresentare il controllo sulla manodopera del decreto flussi.
la gestione dei flussi migratori come una partita a scacchi, dove i lavoratori sono pedine da muovere secondo le esigenze del mercato.

Per approfondimenti:

  1. Governo: decreto Flussi 2026-2028
    Analisi tecnica del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, con dettagli sulle quote triennali (497.550 ingressi), la ripartizione tra lavoro stagionale e non stagionale, e gli obiettivi di contrasto all’immigrazione irregolare.
  2. Il governo ha approvato un nuovo “decreto flussi”
    Critiche al sistema del “click day” e alle inefficienze burocratiche, con dati sul divario tra richieste approvate e permessi effettivamente rilasciati (solo il 16% negli ultimi due anni), oltre a casi di frode e infiltrazioni criminali.
  3. Flussi d’ingresso, informativa in Consiglio dei Ministri
    Dettagli sull’esposto di Meloni alla Procura Antimafia per presunti abusi nei decreti passati, con focus su squilibri regionali (es. Campania: 157.000 domande stagionali nel 2023, ma solo il 3% di contratti sottoscritti) e sospetti di infiltrazioni criminali.
  4. Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 133
    Testo ufficiale che annuncia l’approvazione preliminare del decreto, sottolineando la volontà di creare “immigrazione legale e controllata” e il graduale ridimensionamento del “click day” a favore di ingressi “fuori quota”.

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