Il calcio italiano ha toccato nuove vette di creatività criminale con l’episodio dell’Acido negli scarpini a Pisa. Dimenticate i falli da dietro o le simulazioni in area: qui siamo nel territorio di *Breaking Bad*. Qualcuno ha pensato che il modo migliore per fermare i compagni di squadra fosse sciogliergli i piedi.
Perché l’Acido negli scarpini a Pisa cambia le regole del gioco
Sei calciatori ustionati, spogliatoi trasformati in laboratori chimici e un’inchiesta che promette scintille. L’Acido negli scarpini a Pisa è il segnale che la competizione è sfuggita di mano. “Mettersi nei panni degli altri” è un vecchio adagio, ma “mettere l’acido nelle scarpe degli altri” è una novità inquietante. Il concetto di “piedi caldi” assume un significato letterale e doloroso. Forse la FIGC dovrebbe introdurre l’obbligo di tuta anti-contaminazione invece dei parastinchi.
Le reazioni all’Acido negli scarpini a Pisa
È la fine del fair play come lo conosciamo. Da oggi, prima di entrare in campo, non si farà più il riscaldamento ma il test del pH. Un episodio grottesco che ci ricorda come, a volte, la realtà superi la più macabra delle fantasie. Solidarietà ai piedi dei calciatori, sperando che tornino a calciare palloni e non fiale di vetriolo.
Fonte della notizia reale che ha ispirato questa correzione: “Pisa, acido negli scarpini: 6 calciatori ustionati”