C’era un tempo in cui la politica estera italiana significava diplomazia, accordi commerciali e, al massimo, qualche gaffe memorabile. Oggi, invece, significa prenotare un volo low-cost per portare lo scontro Meloni Schlein in tour europeo. L’ultima tappa? Amsterdam. Tra un canale e un coffee shop, la segretaria del PD Elly Schlein ha approfittato del congresso del Partito Socialista Europeo per lanciare il suo ultimo singolo: “La democrazia è a rischio”. Un’accusa che, più che a smuovere le coscienze dei partner europei, sembra aver smosso solo la timeline X di Giorgia Meloni, che ha prontamente replicato parlando di “puro delirio”. Benvenuti alla globalizzazione del teatrino italiano.
Amsterdam, Palcoscenico del Dissenso Esportato
La scelta del palco non è casuale. Parlare di “democrazia a rischio” e “clima d’odio” a un congresso di partiti fratelli socialisti è come suonare un pezzo heavy metal a un raduno di metallari: l’applauso è garantito.[1] Schlein ha eseguito il suo spartito alla perfezione, dipingendo un’Italia a tinte fosche governata da un’estrema destra che “produce propaganda e odio”.[12] Il tutto mentre i colleghi europei, probabilmente, si chiedevano se dopo ci fosse il buffet. L’operazione è chiara: non si tratta di risolvere i problemi in patria, ma di ottenere una certificazione di antifascismo a denominazione d’origine controllata, da sventolare poi al ritorno in Italia come prova della propria legittimità internazionale. Una sorta di bollino blu europeo per l’opposizione.
La Risposta Social: Il Delirio Visto da Palazzo Chigi
Dall’altra parte della barricata digitale, la reazione della Premier non si è fatta attendere. Con un post al vetriolo, Giorgia Meloni ha definito le parole della sua avversaria “puro delirio” e l’ha accusata di “diffondere falsità” e gettare “ombre inaccettabili sulla Nazione”.[13] È l’eterna dinamica del “lavare i panni sporchi in pubblico”, ma elevata a livello continentale. Se Schlein cerca una sponda a Bruxelles, Meloni si appella al tribunale del popolo social, dipingendo l’opposizione come un gruppo di sabotatori che denigrano la patria all’estero. Una strategia che trasforma un dibattito politico in una questione di lealtà nazionale, dove criticare il governo diventa, per estensione, un atto antipatriottico.
Un Derby Che Non Scalda Nessuno (Tranne Loro)
Mentre questo avvincente scambio di accuse viaggiava via fibra ottica tra Amsterdam e Roma, i cittadini italiani erano probabilmente impegnati in attività più prosaiche: fare i conti con un carrello della spesa sempre più caro, cercare di prenotare una visita medica prima del 2028 o semplicemente capire come arrivare a fine mese. Questo scontro a distanza, così carico di pathos e indignazione, serve più a consolidare le rispettive tifoserie che a produrre un qualche effetto concreto sulla vita delle persone. È la politica ridotta a sport, un derby continuo dove l’importante non è vincere per il Paese, ma umiliare l’avversario. E pazienza se lo stadio, questa volta, era in Olanda.
Fonte della notizia reale che ha ispirato questa correzione: “Schlein al Pse: “Democrazia a rischio con destra al governo”. Meloni: “Puro delirio, vergogna””
PER APPROFONDIMENTI
- Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI): Per capire come le dinamiche politiche interne influenzano la percezione dell’Italia all’estero, sempre che a qualcuno importi davvero.
- London School of Economics – European Institute: Un’analisi accademica su populismo e polarizzazione in Europa. Utile per dare un tono intellettuale alla nostra rassegnazione.
- Politico Europe: Per leggere cosa pensano davvero in Europa dei nostri drammi, scoprendo magari che sono troppo impegnati con i loro.
