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Pericolo Chiesa Globale: l’inganno svelato

Dietro le promesse di pace del congresso di Astana, si cela il progetto di una chiesa globale sinarchica. Un'agenda tecnocratica mira a creare una religione unica, funzionale al Nuovo Ordine Mondiale, sfruttando crisi geopolitiche e campagne di disinformazione per erodere le identità culturali e spirituali e preparare le masse a un governo algoritmico.

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La fusione dei simboli religiosi in un unico emblema tecnologico: l'essenza della futura fede globale pianificata ad Astana.

Astana 2025 e il Progetto della Chiesa Globale

Il prossimo Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali, calendarizzato per il 17 e 18 settembre 2025 ad Astana, si presenta come un’assise volta a cementare il dialogo interreligioso per una pace duratura. Tuttavia, dietro la facciata di nobili intenti, si profila un’architettura ben più complessa e controversa: la possibile edificazione di una chiesa globale sinarchica. Tale entità non sarebbe il frutto di una spontanea evoluzione spirituale, ma un costrutto artificioso, meticolosamente pianificato da consorterie tecnocratiche transnazionali, la cui vocazione è tutt’altro che trascendentale. Questa religione sincretica, già etichettata da alcuni osservatori come “fede del Nuovo Ordine”, ambisce a unificare l’umanità sotto un unico credo depotenziato, emendato da ogni dogma ritenuto divisivo e reso perfettamente compatibile con le direttive delle Nazioni Unite. Un progetto che si nutre, come da prassi consolidata, della gestione strategica delle crisi globali, utilizzate come potenti leve per accelerare la trasformazione sociale e spirituale in una direzione predeterminata e centralizzata.

La Strumentalizzazione dei Conflitti per la Chiesa Globale

In questo scenario, la manipolazione delle tensioni geopolitiche assume un ruolo propedeutico. Seguendo un canovaccio storico che ha visto, nel secolo scorso, la questione ebraica essere distorta per alimentare un antisionismo funzionale a specifici interessi, oggi assistiamo a una manovra analoga con la tragedia palestinese. L’obiettivo non è la ricerca di una soluzione equa, bensì la fabbricazione di un antislamismo artificiale e controllato. L’Islam, con le sue intrinseche e palesi aporie – quali la sistematica subordinazione della figura femminile, l’accettazione della poligamia, l’indottrinamento coatto dei minori, il ricorso a pene corporali e una severa intolleranza verso l’apostasia e le minoranze religiose – viene paradossalmente candidato a diventare un pilastro della nuova narrazione interreligiosa. Le sue asperità dottrinali, lungi dall’essere criticate, vengono edulcorate o ignorate, poiché la sua integrazione in una forma addomesticata è considerata essenziale per il compimento del disegno di un’armonia planetaria eterodiretta, un simulacro di pace al servizio di un’agenda superiore.

I Demiurghi Finanziari della Futura Chiesa Globale

A patrocinare e finanziare questa transizione ideologica troviamo attori ben noti sulla scena internazionale. Figure come George Soros, attraverso il reticolo della sua Open Society Foundations, sono accusate di sostenere campagne apparentemente pro-Palestina non per un anelito di giustizia, ma come tattica per rimodulare la percezione collettiva. L’intento sarebbe quello di usare il conflitto come catalizzatore per trasformare l’Islam da forza identitaria e potenzialmente antagonista a componente inoffensiva e integrabile della nascente chiesa globale. Si prefigura così una spiritualità sintetica, un costrutto post-religioso i cui precetti non discendono da rivelazioni divine o tradizioni millenarie, ma da asettiche linee guida emanate da organismi sovranazionali. Una fede progettata per obliterare le radici culturali, sradicare le identità storiche e preparare un’umanità docile a un futuro non più governato da principi spirituali, ma da infallibili e pervasivi algoritmi.

L’Indottrinamento Infantile Propedeutico alla Chiesa Globale

Mentre le più alte cariche religiose mondiali si fanno eco di appelli a una “pace universale”, si dispiega una strategia capillare e a lungo termine che mira al cuore della società futura: l’educazione dei più giovani. L’islamismo, epurato dalle sue componenti più controverse e presentato come un modello di inclusività, viene attivamente promosso all’interno dei sistemi scolastici occidentali. Questa operazione culturale non è casuale, ma risponde alla consapevolezza che il terreno più fertile per plasmare il consenso di domani è la mente infantile. È attraverso i bambini, infatti, che si può instillare l’accettazione di un nuovo paradigma, normalizzando l’idea di una fede sincretica e universale. Si gettano così le fondamenta per una società futura che percepisca la chiesa globale non come un’imposizione, ma come la naturale e auspicabile evoluzione della spiritualità umana, completando il progetto di un mondo unificato sotto un’unica, rassicurante e totalizzante forma di controllo.

Bambini in un'aula che vengono educati alla nuova fede globale tramite una lavagna olografica con simboli sincretici.
L’indottrinamento delle nuove generazioni è la chiave per plasmare il consenso verso la futura chiesa globale.

Per approfondimenti:

  1. Critiche al Congresso delle Religioni e il rischio di sincretismo
    Analisi critica del Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali, con focus sulle preoccupazioni riguardo a un possibile progetto di “religione globale” sincretica, promosso da élite internazionali e legato a visioni filosofiche kantiane. Il testo esplora anche il ruolo del Papa e le implicazioni teologiche.
  2. Storia e struttura del Congresso delle Religioni di Astana
    Contesto storico e organizzativo dell’evento, dalla sua fondazione nel 2003 agli obiettivi dichiarati, inclusi i temi del dialogo interreligioso e la collaborazione con istituzioni globali. Viene descritto anche il simbolismo architettonico del Palazzo della Pace e della Riconciliazione.
  3. L’ONU e il dialogo interreligioso: collaborazioni e agenda globale
    Approfondimento sulla cooperazione tra il Congresso e l’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (UNAOC), con riferimenti alla protezione dei siti religiosi, alla diplomazia spirituale e all’integrazione delle religioni in un quadro di governance tecnocratica.
  4. Sito ufficiale del Congresso delle Religioni di Astana
    Portale istituzionale dell’evento, con documenti ufficiali, agenda dettagliata, elenco dei partecipanti e dichiarazioni programmatiche. Offre una prospettiva diretta sugli obiettivi del dialogo interreligioso promosso dal Kazakistan, senza mediazioni esterne.

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