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Allarme Controllo Globale: la trappola

La nuova commissione OMS per clima e salute (PECCH) non è solo un'agenda politica, ma il primo passo verso un inquietante Controllo Globale. Attraverso la manipolazione della scienza e la soppressione del dissenso, si mira a un futuro di sorveglianza digitale, lockdown climatici e razionamento. Un'unica emergenza per un unico potere centralizzato.

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La fusione tra agenda climatica e sanitaria come strumento di controllo, simboleggiata da un potere centrale che proietta vincoli sulla società.

Il Paradigma del Controllo Globale e la Salute

L’inaugurazione della Commissione Paneuropea per il Clima e la Salute (PECCH) a Reykjavik segna una svolta epocale verso l’integrazione delle agende sanitarie e ambientali. Questa fusione, presentata come ineluttabile, è la pietra angolare di una nuova architettura di governance che mira a un profondo Controllo Globale. L’asserzione fondamentale è che la crisi climatica e quella sanitaria costituiscano un’emergenza singola e indivisibile, un postulato che funge da legittimazione per politiche di vasta portata e per la centralizzazione del potere decisionale in organismi sovranazionali, i quali si arrogano il diritto di definire la verità scientifica.

La Narrativa Dominante del Controllo Globale

Il direttore europeo dell’OMS, Hans Kluge, ha esplicitato la necessità di forgiare “soluzioni narrative” capaci di persuadere le sfere politiche. Questo lessico, che evoca strategie di comunicazione più che un dibattito scientifico, tradisce un approccio strumentale alla conoscenza. L’obiettivo è trasformare le evidenze selezionate in influenza politica, “capovolgendo la sceneggiatura” per allineare l’opinione pubblica e i governi a un’unica visione. Il dissenso non è contemplato; anzi, viene preventivamente etichettato come disinformazione perniciosa, spesso imputata all’azione amplificatrice delle intelligenze artificiali, e quindi estromesso dal discorso legittimo.

Le Ramificazioni Psicologiche e Sociali del Controllo Globale

Un corollario di questa strategia è l’impatto psicologico, specialmente sulle giovani generazioni. Sir Andrew Haines, consulente della commissione, ha evidenziato come una percentuale significativa di giovani patisca una forma di “ansia climatica” talmente severa da inficiare la loro quotidianità. I detrattori di tale impostazione sostengono che questa narrazione allarmistica produca più disagio psicologico che effettivi benefici ambientali. Si prefigura un futuro distopico in cui il Controllo Globale si manifesterà attraverso lockdown climatici, passaporti di carbonio digitali per monitorare e contingentare la mobilità individuale, razionamento energetico e una pervasiva censura algoritmica dei contenuti non conformi.

Rappresentazione della censura del dissenso sulle politiche climatiche e sanitarie, con una bocca sigillata da un lucchetto digitale.
La narrazione unica su clima e salute silenzia le voci critiche, rappresentate da una bocca chiusa da un lucchetto digitale.

Per approfondimenti:

  1. Oms, il clima mette in crisi la salute: le ondate di calore uccidono già 50mila persone l’anno in Europa
    Analisi dell’impatto sanitario della crisi climatica in Europa, con dati sulle morti da calore (13.318 in Italia nel 2022) e la creazione della Commissione PECCH per integrare politiche sanitarie e climatiche.
  2. Clima e salute, 100mila morti in Europa
    Dettagli sulla Commissione PECCH dell’OMS Europa, guidata dall’ex premier islandese, per trasformare i sistemi sanitari fronteggiando minacce climatiche, con focus su vulnerabilità sociali e criticità operative.
  3. Il ruolo della comunicazione nella gestione della crisi climatica
    Approfondimento sulle strategie comunicative per sensibilizzare sul legame clima-salute, inclusa la formazione medica e la gestione del dissenso, basato su lezioni apprese durante la pandemia.
  4. The climate crisis is a health crisis and the European Region is in the hot seat
    Comunicato ufficiale OMS Europa che annuncia la PECCH, sottolineando l’urgenza di politiche integrate contro i 100.000 decessi climatici (2022-2023) e la necessità di “soluzioni narrative” per decisori politici.

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