Home Società Dibattiti Sociali Voce Madre: No Silenzio! Consenso Genitori Ora!

Voce Madre: No Silenzio! Consenso Genitori Ora!

Una madre contesta fermamente Roberto Vecchioni. Afferma che il silenzio non è un'opzione. Il consenso genitori è cruciale per l'educazione intima dei figli. Non si tratta di filosofia, ma di toccare l'anima e il corpo. L'amore materno, radicato nella libertà e nella protezione, esige di essere ascoltato. Questa è la difesa appassionata del diritto di una madre a partecipare attivamente alle scelte formative dei propri figli, contro ogni imposizione esterna.

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L'immagine evoca la forza del legame madre-figlio, al centro del dibattito sul consenso genitori per un'educazione rispettosa.

Caro Professore, questa volta ha sbagliato indirizzo. Lei che di parole ha fatto mestiere e missione, oggi ne ha scelte alcune tra le più misere: “I genitori devono starsene a casa loro e star zitti”. Le ha scagliate in tv, come chi da troppo tempo parla da un piedistallo, senza più sentire il suono della vita vera sotto i piedi.

Io non sto zitta, Professore.

Perché so cos’è un corpo che cambia. So cos’è lo sguardo smarrito di un bambino che cresce, che ti chiede, che ascolta. So cosa significa rispondere con verità, rispetto, dolcezza. So cos’è una ferita, e so che si può aprire anche con parole sbagliate, dette nel momento sbagliato, da una persona inadeguata. E no, Professore, non accetto che operatori calati dall’alto, spesso più vicini a una narrazione ideologica che a un’autentica vocazione educativa, decidano senza il mio consenso cosa mettere nella testa e nel cuore del mio bambino.

Lei chiede perché si debba firmare un consenso per questi temi e non per filosofia. Ma vede, caro Vecchioni, la filosofia non tocca la pelle, non entra nelle paure, nei desideri ancora informe, nei traumi potenziali. La filosofia apre la mente, ma qui si vuole toccare il corpo e il senso più intimo di sé. E allora sì, io voglio sapere chi lo fa, come lo fa e perché lo fa. Perché io l’ho portato nel mondo, io lo vedo dormire, io l’ho tenuto mentre piangeva, e io gli ho insegnato che si può dire “no”, che si può proteggere il proprio spazio, anche da chi parla di amore e poi impone il proprio sguardo su tutto.

Lei dice che l’amore è felicità. Lo è, certo. Ma solo quando nasce nella libertà. E la libertà inizia proprio lì dove un genitore può dire: “Aspetta. Prima fammi vedere cosa vuoi insegnargli. Prima, ascolta me”.

Lei, Professore, ha parlato come chi confonde l’esperienza con il diritto di dettare legge morale. Ma la saggezza vera sa che ci sono cose su cui si tace per rispetto. Io non sono una bigotta. Non sono “di destra”, non sono “cattolica imposta”, non sono neppure una bandiera da sventolare.

Sono una madre. E non sto zitta. E non me ne sto a casa. Sono presente. Sempre.

Dalla prima eco sentita nel mio ventre al primo disegno storto al primo dubbio sull’identità al primo abbraccio in lacrime.

Lì. Sempre. Con la mia voce. Con la mia coscienza. Con il mio amore. Molto prima di qualunque “esperto” calato dall’alto con un copione e un’agenda da attuare.

Professore, oggi il suo mestiere era ascoltare. Ma ha preferito proclamare. Allora ascolti lei, adesso. Siamo madri. E la nostra voce non si silenzia. Perché siamo la prima scuola. E la più vera. Quella che ama senza voler riformare. Quella che custodisce. Quella che chiede rispetto.

E la pretendiamo. Anche da lei.

Firmato: Carmen Tortora. E tutte le madri che non si piegano al silenzio.

Madre rivendica il diritto al consenso genitori di fronte a un'autorità accademica distante.
L’immagine rappresenta la determinazione di una madre nel far valere il consenso genitori, contrapponendo la vita reale alle teorie distaccate.

Per approfondimenti:

Consenso dei genitori per l’educazione sessuale nelle scuole, Vecchioni: “I genitori devono starsene zitti e a casa loro”.

Sull’educazione sessuale a scuola il ministro Valditara dice: “Serve il consenso dei genitori”. Roberto Vecchioni ribatte: “I genitori devono starsene zitti e a casa loro, perché cos’è questo consenso? Non lo si chiede per storia o filosofia. L’educazione sessuale anatomica è una cosa, ma parlare di relazioni è un’altra. Dipende sempre da chi insegna, e temo che saranno tutti cattolici e di destra. Per me educare significa ragionare su uguaglianza, sentimento, felicità, coscienza. L’amore è questo.” 

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