giovedì, 19 Giugno 2025
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Triangle of Sadness: Il Naufragio Shock

La critica spietata di Triangle of Sadness espone la vacuità del mondo della moda e l'ipocrisia del capitalismo a bordo di una crociera per super ricchi. Una tempesta scatena il caos, portando a un naufragio e a un'isola deserta dove il denaro perde ogni valore. Qui, le gerarchie sociali si invertono, svelando la fragilità di un sistema basato sullo sfruttamento e la brutale natura del potere.

La Pungente Disamina Sociale in Triangle of Sadness

Il film “Triangle of Sadness”, opera del regista Ruben Östlund, si erge a impietosa allegoria della nostra contemporaneità. La locuzione che dà il titolo alla pellicola, indicante la ruga d’espressione tra le sopracciglia che ossessiona i protagonisti, funge da metafora per la vacuità estetica e morale di una società votata all’apparenza. I personaggi principali, Carl e Yaya, incarnano l’archetipo di una gioventù bella e superficiale, la cui esistenza è scandita dai ritmi effimeri dei social network e da relazioni interpersonali dettate dalla convenienza. La loro dinamica disfunzionale non è che il microcosmo di un malessere più vasto, un sintomo della fragilità dei legami nell’era del capitalismo digitale.

L’Allegoria Nautica del Capitalismo in Triangle of Sadness

L’invito della coppia a bordo di una crociera extra-lusso dischiude il palcoscenico a una sagace rappresentazione del sistema economico dominante. L’imbarcazione si popola di figure emblematiche: l’oligarca russo, la cui fortuna scaturisce dal commercio di fertilizzanti definiti “escrementi”; l’insospettabile coppia britannica arricchitasi con la produzione di armi, eufemisticamente chiamate “strumenti per la democrazia”. Ciascun ospite diviene la personificazione di un sistema che prospera sullo sfruttamento e sull’ipocrisia, mascherando la propria natura predatoria dietro una facciata di opulenza e rispettabilità. Lo yacht stesso diventa un simbolo galleggiante di eccessi e disparità.

Scena caotica nella sala da pranzo di uno yacht di lusso durante una tempesta, simbolo del crollo del capitalismo in Triangle of Sadness.
La tempesta si abbatte sullo yacht, trasformando una cena di lusso in una metafora del capitalismo che affoga nei suoi stessi eccessi.

Il Caos Esiziale e il Rovesciamento nel Triangle of Sadness

L’irrompere di una violenta tempesta agisce da catalizzatore, scuotendo le fondamenta fisiche e metaforiche di questo universo dorato. L’ordine sociale vacilla e infine crolla in un parossismo grottesco, dove gli abbienti passeggeri, in preda al mal di mare, rigurgitano le prelibatezze che fino a un attimo prima ostentavano. Questa potente sequenza filmica, quasi un’orgia di fluidi corporei e cibo di lusso, rappresenta la dissoluzione del capitalismo che affoga nei suoi stessi, disgustosi, eccessi. Con il naufragio e l’approdo dei pochi superstiti su un’isola deserta, la piramide sociale subisce un totale e ironico rovesciamento. Le abilità pratiche, prima irrilevanti, diventano l’unica moneta di scambio.

La Natura Umana al Potere nel Triangle of Sadness

Sull’isola, la gerarchia si inverte: Abigail, un’inserviente, assume il comando grazie alla sua capacità di pescare e accendere un fuoco. I ricchi, inetti e spogliati del loro status, diventano suoi subalterni. Questo sovvertimento dimostra come le sovrastrutture del mondo ipercapitalista siano costruzioni artificiali, destinate a collassare in assenza dei pilastri che le sorreggono. Tuttavia, il film si astiene dal proporre facili soluzioni. La nuova matriarca, infatti, inizia a replicare le medesime dinamiche di potere e controllo del mondo precedente, suggerendo che la radice del problema sia insita nell’atavica natura umana, ancor prima che nei sistemi economici che essa stessa genera.

Una ex donna delle pulizie diventa la leader di un gruppo di ricchi naufraghi su un'isola deserta nel film Triangle of Sadness.
Sull’isola deserta, le abilità pratiche trionfano sul denaro. La donna delle pulizie, Abigail, diventa la nuova leader dei sopravvissuti.

Per approfondimenti:

  1. Georgie Carr on Ruben Östlund’s ‘Triangle of Sadness’
    Analisi critica del film come satira del capitalismo, con focus sull’uso del vomito come metafora degli eccessi di ricchezza e sulle contraddizioni dell’approccio socialista di Östlund. Esamina la rappresentazione del marxismo (citazioni tra capitano e oligarca) e il fallimento di un’alternativa al sistema .
  2. A postmodern critique of relationships and gender roles in Ruben Östlund’s Triangle of Sadness
    Studio sul legame tra capitalismo e dinamiche di coppia (Carl/Yaya), con approfondimenti sulla struttura in tre atti (ristorante/yacht/isola) e sul rovesciamento dei ruoli di genere. Spiega come il “triangolo della tristezza” simbolizzi la mercificazione dei corpi e l’instabilità delle gerarchie sociali .
  3. Ruben Östlund’s Triangle of Sadness, a Post-Ideological Mire
    Saggio filosofico che critica l’incapacità del film di immaginare alternative al capitalismo, nonostante la satira. Evidenzia come l’isola replichi gli stessi meccanismi di potere (Abigail come nuova élite) e come la scena del vomito neutralizzi la critica sociale trasformandola in intrattenimento .
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