Un esame approfondito delle vaccinazioni pediatriche
La questione delle vaccinazioni pediatriche rappresenta un fulcro di dibattito incandescente, dove si scontrano la tutela della salute pubblica e la libertà di scelta individuale. L’attivismo di figure come Luca Teodori trae origine da un percorso personale di dubbio e dalla ricerca di informazioni esaustive, un’odissea intrapresa da molti genitori di fronte alle comunicazioni istituzionali. La sua disamina critica non si configura come un’opposizione preconcetta, bensì come la conseguenza di risposte giudicate insoddisfacenti e di un approccio che, a suo dire, privilegia l’adesione passiva rispetto a un consenso realmente informato.
Le fondamenta dubbie delle attuali vaccinazioni pediatriche
L’impegno di Teodori si intensifica con l’introduzione della legge Lorenzin, percepita come il preludio a una stagione di obblighi sanitari estesi. Tale normativa viene vista non come un episodio isolato, ma come un banco di prova per saggiare la reazione della società a una limitazione delle libertà personali in nome della salute collettiva. Questa prospettiva ha trovato, secondo l’attivista, una sinistra conferma negli eventi successivi legati alla pandemia, dove la soluzione vaccinale è stata presentata come unica via d’uscita fin dalle primissime fasi, anticipando i normali processi di ricerca e sviluppo decennali.
La fallacia statistica negli studi sulle vaccinazioni pediatriche
Un punto nevralgico della critica concerne la validità degli studi di confronto tra bambini vaccinati e non vaccinati. Viene citato l’esempio di uno studio riportato dal virologo Burioni, che concludeva per una sostanziale parità nelle condizioni di salute. Tuttavia, un’analisi più attenta rivelerebbe una profonda sproporzione nei campioni: oltre 12.000 bambini vaccinati a fronte di soli 94 non vaccinati. Tale discrepanza renderebbe il confronto statisticamente irrilevante, assimilabile al paragonare il traffico di una metropoli con quello di un minuscolo borgo. Studi più recenti con campioni bilanciati, al contrario, indicherebbero un’insorgenza di patologie croniche, allergie e disturbi dell’attenzione sedici volte superiore nei soggetti vaccinati.
Il caso occultato della farmacovigilanza e le implicazioni sulle vaccinazioni pediatriche
Un episodio emblematico sollevato è quello dello studio di farmacovigilanza attiva condotto nella Regione Puglia tra il 2017 e il 2018. L’iniziativa, che prevedeva un contatto diretto con le famiglie per monitorare lo stato di salute dei bambini post-vaccinazione, ha fatto emergere una casistica di reazioni avverse gravi di 1 su 34, un dato enormemente superiore a quello di 1 su 5000 rilevato dalla farmacovigilanza passiva nazionale. Anziché estendere questo modello di monitoraggio più accurato, il dato allarmante sarebbe stato “diluito” dal ministero nel totale dei vaccinati a livello nazionale, neutralizzandone di fatto la portata statistica e precludendo una revisione dell’obbligatorietà che tale dato avrebbe potuto innescare.
Maria Grazia Piccinelli intervista Luca Teodori.

Per approfondimenti:
- Playmaster Movie
Sito ufficiale di Playmaster Movie, che produce documentari e contenuti legati alle tematiche discusse nell’intervista, tra cui libertà di scelta vaccinale e analisi critiche delle politiche sanitarie. - Comitato Fortitudo
Il sito del Comitato Fortitudo, impegnato nella difesa delle libertà individuali e nella promozione di informazioni alternative sulle vaccinazioni e altre questioni sanitarie e sociali.