giovedì, 19 Giugno 2025
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Emergenza Pronto Soccorso: strage silenziosa

L'emergenza pronto soccorso esplode in Italia, con un aumento della mortalità che in Sicilia tocca il 300%. Pazienti anziani restano per giorni in barella, in un limbo noto come "boarding", che viola la dignità e peggiora la salute. Mentre il personale medico, stremato, si dimette. Un report di 40 pagine sulle cause del disastro viene insabbiato. Cosa nasconde la sanità regionale?

Il prolegomeno dell’emergenza pronto soccorso nazionale

La sanità pubblica italiana sta attraversando una fase di acuta criticità, manifestata da una conclamata emergenza pronto soccorso. Un indicatore inequivocabile di tale deterioramento è l’incremento del tasso di mortalità medio nazionale, passato dal 2,5% al 4,5% sul totale dei pazienti afferenti alle strutture di urgenza, come attestato dalla Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza. Questa recrudescenza è ascrivibile in larga parte al prolungamento dei tempi di attesa, esacerbato da un afflusso ingente di pazienti anziani con patologie croniche che, privi di adeguata assistenza domiciliare, congestionano i reparti, permanendovi per periodi eccessivamente lunghi.

Le dinamiche dell’emergenza pronto soccorso in Sicilia

La Sicilia si configura come l’epicentro di questa crisi, con un’impennata dei decessi nelle aree di emergenza che ha raggiunto picchi del 300% rispetto al periodo pre-pandemico. A rendere il quadro ancor più torbido concorre la vicenda di un dettagliato rapporto di 40 pagine, redatto da una commissione di specialisti per analizzare le cause del dissesto. Tale documento, tuttavia, non è mai stato reso pubblico, rimanendo celato agli atti regionali. All’interno dei 67 pronto soccorso siciliani, circa il 30% dei letti risulta perennemente occupato da pazienti in attesa di ricovero, talvolta per oltre cinque giorni, creando un grave vulnus nell’efficienza operativa e dilatando i tempi di assistenza per i nuovi arrivi.

Le conseguenze esiziali dell’emergenza pronto soccorso: il “boarding”

Un aspetto centrale e deleterio di questa emergenza è il fenomeno del “boarding”: la sosta prolungata dei pazienti nelle aree di emergenza in attesa di un posto letto nel reparto appropriato. Queste attese, che si protraggono per giorni, costringono i pazienti a rimanere su barelle in condizioni di promiscuità, senza la possibilità di cure igieniche adeguate, configurando una palese violazione della dignità umana. Tale pratica comporta un documentato peggioramento degli esiti clinici, un aumento del rischio di mortalità, ritardi nel trattamento, un incremento dello stress per il personale e una maggiore esposizione a errori operativi.

Un paziente anziano solo e sconsolato su una barella in un angolo di un pronto soccorso, a rappresentare la solitudine durante il "boarding".
La lunga e solitaria attesa di un ricovero: il dramma umano del “boarding” nei reparti di emergenza italiani.

Per approfondimenti:

  1. Pronto soccorso intasati: morti in aumento del 300 per cento
    Inchiesta sull’aumento record dei decessi nei reparti di emergenza italiani, con focus sul rapporto “scomparso” in Sicilia e l’analisi del fenomeno del boarding come causa strutturale delle criticità. Include dati regionali comparativi e testimonianze istituzionali.
  2. Pronto soccorso “a ostacoli”: attese (sempre) più lunghe e costi in aumento
    Dati ufficiali Simeu sull’allungamento del 25% dei tempi d’attesa (fino a 31 ore) e sull’aumento dei costi degli esami. Approfondisce l’impatto del boarding, le carenze organizzative e il legame con la fuga del personale sanitario.
  3. Pronto soccorso, per pazienti fermi in attesa aumenta la mortalità
    Studio tecnico sul nesso tra tempi di attesa e mortalità: ogni paziente “bloccato” in PS causa 12 minuti di ritardo cumulativo, con aumento della mortalità dal 2,5% al 4,5% dopo 12 ore di attesa. Contiene analisi del presidente Simeu Ricciardi.
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