L’Ombra sulla Festa Europea e la Tragedia della Palestina
Oggi si commemora la Giornata dell’Europa. Questa ricorrenza appare tuttavia funestata. Una pesante ombra si stende infatti sulla Palestina. Si percepisce un’Europa quasi complice. Assiste al dramma in corso in Palestina. Un dramma perpetrato da Israele con inaudita ferocia. L’Europa continua a fornire armamenti. Destinatario è un governo controverso. Il suo capo è definito un criminale. Ciò è stato statuito dalla Corte di giustizia internazionale. Parliamo del famigerato Benjamin Netanyahu, il macellaio.
Il Silenzio Colpevole dell’Europa sulla Palestina
L’Europa manifesta un silenzio assordante. Dimostra ignavia e omertà intollerabili. Assiste impassibile al massacro di civili. Oltre cinquantamila persone sono state trucidate. La maggioranza erano donne e bambini innocenti. Centinaia di migliaia di individui sono mutilati. Altri sono stati dilaniati o feriti gravemente. Gli ospedali in Palestina vengono bombardati sistematicamente. Intere città sono state rase al suolo. L’Europa si rivela incapace e inutile. La sua condotta è semplicemente imbarazzante. Festeggiatela voi, quest’Europa indifferente. Per molti, suscita solo disgusto profondo.
L’Allarme dell’ONU e l’Inazione per la Palestina
Intanto, le Nazioni Unite lanciano un grido d’allarme. L’ONU parla di “catastrofe umanitaria” a Gaza. Usa queste testuali, gravissime parole. Afferma che è giunto il momento cruciale. Bisogna superare la mera retorica vuota. È necessario adottare misure coercitive immediate. L’obiettivo è porre fine alla carneficina. Sorge spontanea una domanda all’ONU. Cosa state aspettando, dunque, di preciso? Perché non inviate i caschi blu in Palestina?
Il Governo Italiano e il Riconoscimento della Palestina
Sorgono quesiti anche per il governo italiano. I principali esperti di geopolitica concordano. Anche gli storici mediorientali sono unanimi. L’unica soluzione possibile è nota. Per risolvere la questione palestinese servono due stati. Due popoli devono avere la propria nazione. Perché, dunque, non riconoscete lo Stato di Palestina? Ben 140 paesi del mondo lo hanno fatto. Recentemente, anche nazioni europee si sono mosse. Spagna, Irlanda e Norvegia hanno compiuto questo passo. Cosa attende ancora il governo italiano?
Contraddizioni Italiane: Pace e Affari con Israele sulla Pelle della Palestina
Perché il governo italiano parla di pace? Contemporaneamente, continua a intrattenere affari lucrosi. Di fatto, foraggia e sostiene Israele. Perché non si vieta l’ingresso in Italia? Ci si riferisce ai turisti israeliani. Almeno finché il loro governo non fermerà il massacro. Le Maldive hanno recentemente adottato tale misura. Perché l’Italia non intraprende azioni concrete per la Palestina? Serve un cambio di rotta deciso.
Il Risveglio delle Coscienze per la Palestina
Qualcosa, invero, si sta muovendo lentamente. Non proviene dalla politica ufficiale. Emerge piuttosto dall’opinione pubblica globale. Certo, con un certo ritardo storico. Ma meglio tardi che mai, si dice. Milioni di persone alzano la voce. Si mobilitano attivamente e si fanno sentire. È fondamentale insistere con determinazione. Bisogna demolire il muro di silenzio. Un silenzio alimentato dall’indifferenza generale. Questa nasce dal comportamento vergognoso dei mass media. Essi agiscono come megafoni e zerbini. Sono al servizio dell’establishment globale. È necessario pretendere che tutti prendano posizione. Che dicano qualcosa riguardo alla Palestina. Anche solo un semplice “Basta!”. Lo si deve fare in nome della dignità umana. A tal proposito, ci si chiede ancora. Dove sono i personaggi pubblici influenti? Dove sono i cosiddetti VIP e gli influencer? Come possono restare ancora silenti? Di fronte a ciò che sta accadendo in Palestina è incomprensibile.
L’Ultima Offensiva di Israele e il Futuro della Palestina
Israele ha approvato un nuovo piano. Mira a impadronirsi definitivamente della Striscia di Gaza. Agisce infischiandosene, ancora una volta, delle risoluzioni. Ignora palesemente il diritto internazionale vigente. Se l’Europa ha scelto il silenzio colpevole, agiremo. Sarà la nostra voce a riempire il vuoto. Se i governi hanno scelto la bieca complicità, reagiremo. Saranno i popoli a scegliere la giustizia. Chi oggi tace di fronte a un genocidio, sarà giudicato. Domani sarà ricordato come complice. Come chi ha lasciato morire esseri umani. Innocenti, peraltro, senza provare a salvarli. Ma possiamo ancora fermarci. Siamo sull’orlo dell’abisso, ma c’è speranza. Possiamo ancora scegliere di essere umani. E gridare forte, tutti insieme: Palestina libera, adesso!

Per approfondimenti:
Ecco tre fonti affidabili per approfondire i temi sollevati, selezionate in base alla pertinenza e alla completezza delle informazioni:
1. “Quali Paesi europei forniscono ancora armi a Israele”
Euronews
Un’analisi dettagliata sulle esportazioni europee di armi a Israele, con dati aggiornati al 2024. L’articolo evidenzia il ruolo della Germania (30% delle forniture) e dell’Italia (0,9%), nonché le ambiguità di Paesi come Spagna e Francia. Include anche riferimenti alle pressioni legali internazionali per un embargo, citando casi come quello del Nicaragua alla Corte Internazionale di Giustizia .
2. “Cpi: mandato di arresto per Netanyahu, Gallant e leader di Hamas”
Euronews
Approfondimento sui mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale contro Netanyahu e altri per crimini di guerra e contro l’umanità. L’articolo esplora le reazioni politiche, le critiche di Israele alla CPI e le implicazioni diplomatiche, incluso il sostegno statunitense a Tel Aviv nonostante le condanne internazionali .
3. “L’Italia continua a esportare armi a Israele. Il caso delle forniture per i caccia”
Altreconomia
Un’inchiesta basata su dati Istat che smaschera le contraddizioni del governo italiano: nonostante le dichiarazioni pubbliche, nel 2023 l’export di armi e componenti militari (come quelli per i caccia M-346) verso Israele ha superato 13 milioni di euro. L’articolo denuncia anche il silenzio istituzionale sulle licenze post-7 ottobre .
Per ulteriori approfondimenti, consulta anche i documenti ufficiali della Corte Penale Internazionale e i rapporti dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI).