La Dicotomia Europea: L’Ipocrisia come Strumento Geopolitico
Nel teatro delle relazioni internazionali contemporanee, emerge con lampante evidenza una dissonanza cognitiva che affligge le cancellerie europee. Questa palese ipocrisia si manifesta in una retorica umanitaria costantemente smentita da azioni fattuali allineate a una logica bellicista e di supina acquiescenza all’ordine atlantico. Mentre il conflitto a Gaza assume i contorni di una sperimentazione bellica a cielo aperto, dove infrastrutture civili e vite umane vengono sistematicamente annientate, i leader del Vecchio Continente si prodigano in dichiarazioni di circostanza la cui vacuità è superata solo dal cinismo delle politiche che le sottendono. La narrazione ufficiale, intrisa di appelli alla moderazione e di turbamenti posticci, serve da cortina fumogena per celare una realtà ben più cruda: quella di un riarmo sistematico e di una crescente integrazione nell’apparato militare della NATO, funzionale non alla difesa, ma alla proiezione di potenza globale.
Il Palcoscenico Italiano e l’Ipocrisia di Governo
L’Italia offre un esempio paradigmatico di questa schizofrenia politica. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, pur manifestando una tardiva e verbale costernazione per le strategie del governo Netanyahu, si fa al contempo promotore di un incremento vertiginoso delle spese militari, con l’obiettivo di raggiungere soglie imposte dall’Alleanza Atlantica che appaiono sproporzionate rispetto a reali esigenze difensive. Le sue parole, che denunciano un presunto rafforzamento di Hamas come conseguenza delle azioni israeliane, suonano come un’epifania tardiva e sterile, pronunciata quando la catastrofe umanitaria è già in atto. Non meno emblematico è l’operato del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la cui diplomazia si esaurisce in messaggi sui social media che implorano un’improbabile clemenza da parte di Israele. Questi proclami digitali si scontrano con la prassi di un governo che, nei consessi internazionali, avalla senza riserve le direttive atlantiche e riduce il proprio contributo umanitario a operazioni di facciata, tanto simboliche quanto irrilevanti sul piano pratico. L’ipocrisia diventa così la cifra stilistica di un esecutivo che parla di pace mentre pianifica la guerra.
L’Unione Europea e la Strutturale Ipocrisia del Riarmo
Questa attitudine non è un’anomalia italiana, ma il riflesso di un orientamento consolidato a livello comunitario. Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre esalta l’“orgoglio della costruzione europea”, si fa portavoce della necessità di accelerare sulla difesa comune. Tuttavia, il progetto delineato non è quello di un’Europa fortezza e pacificata, bensì di un’Europa “attore globale”, un eufemismo per indicare un soggetto geopolitico aggressivo e militarmente assertivo, come richiesto a gran voce dagli apparati euro-militari. L’entusiastico plauso di Ursula von der Leyen, che celebra la “fedeltà al progetto” più che l’aderenza a principi di verità e pace, svela la natura ultima di questa trasformazione. L’Unione Europea abdica al suo ruolo di mediatore per diventare una piattaforma logistica e strategica al servizio di un’agenda bellica. L’ipocrisia di fondo consiste nel presentare questo processo di militarizzazione come un percorso necessario per la pace, quando in realtà ne è la negazione più completa. Si stanziano fondi per caccia F35, satelliti spia e “mobilità militare” per le truppe NATO, mentre la parola “umanitario” viene svuotata di ogni significato, ridotta a un mero orpello retorico per mascherare il fragore delle armi e la fredda logica degli interessi geostrategici.

Per approfondimenti:
- Crosetto: “Netanyahu sbaglia tutto, a Gaza superato il limite”
Intervista al ministro della Difesa italiano che critica la strategia israeliana a Gaza, sottolineando come gli attacchi indiscriminati rafforzino Hamas e violino i principi umanitari, pur ribadendo il diritto di Israele a difendersi. - Solo Meloni e Crosetto chiamano Israele. L’Europa balbetta
Analisi delle divisioni europee sugli attacchi israeliani contro le basi UNIFIL in Libano, con l’Italia in prima linea nelle critiche a Netanyahu mentre altri Paesi UE esitano e gli USA inviano supporto militare a Israele. - Crosetto sulla Corte penale internazionale: “Arresteremmo Netanyahu e Gallant in Italia”
Dichiarazioni del ministro Crosetto sul dilemma tra obblighi giuridici internazionali e alleanze politiche, in seguito ai mandati d’arresto della CPI contro i leader israeliani per crimini di guerra a Gaza.