giovedì, 19 Giugno 2025
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Geopolitica Letale: Il Tradimento Globale

L'escalation tra Iran e Israele non è un caso, ma il culmine di una strategia pianificata. Dietro i missili si cela la disperata manipolazione della geopolitica del petrolio da parte dell'OPEC+ e l'uso della guerra come strumento per leader vacillanti, da Netanyahu a Teheran, per sedare il dissenso interno. Un copione scritto da burattinai internazionali a discapito della stabilità globale.

La Calcolata Geopolitica della Tensione Mediorientale

L’attuale conflagrazione in Medio Oriente appare come il frutto di una deliberata strategia geopolitica, piuttosto che un’inevitabile escalation di ostilità. Il via libera da parte delle massime autorità iraniane ha innescato uno scontro diretto con Israele, alimentato da narrazioni propagandistiche, come il presunto abbattimento di un caccia F-35 da parte di un obsoleto F-14. In questo proscenio bellico, gli Stati Uniti assumono il consueto ruolo di attori terzi, mobilitando le proprie forze con il pretesto di proteggere gli alleati, mentre altre potenze globali si posizionano strategicamente. La Cina condanna le azioni israeliane contro siti sensibili, mentre la Russia, condannando a sua volta, si offre quale mediatore, cercando di capitalizzare politicamente su ogni fronte. Un’inquietante connivenza internazionale emerge dai retroscena, suggerendo che le principali cancellerie occidentali fossero pienamente consapevoli dell’imminente attacco, scegliendo un eloquente silenzio.

Il Fallimento della Geopolitica Energetica

Parallelamente al teatro bellico, si consuma una contesa economica incentrata sul petrolio, un classico della geopolitica novecentesca riadattato al presente. Per mesi, l’OPEC+ ha orchestrato una cospicua riduzione della produzione, un artifizio di quasi 6 milioni di barili giornalieri volto a inflazionare i prezzi in un contesto di stagnazione economica globale. Tale manovra si è rivelata infruttuosa, poiché i produttori non-OPEC, capitanati dagli Stati Uniti, hanno eroso le quote di mercato del cartello. Persino le minacce indirette, come le incursioni degli Houthi nello Stretto di Hormuz, pilotate da Teheran per generare panico sui mercati, hanno prodotto soltanto un effimero rialzo del Brent. L’innesco di un conflitto su vasta scala rappresenta, pertanto, l’extrema ratio per manipolare un mercato che non risponde più alle vecchie leve, sfruttando la paura di un blocco delle rotte energetiche vitali.

Geopolitica e Instabilità: il Rifugio nel Nemico Esterno

Il ricorso alla guerra come strumento di coesione interna è un altro elemento cardine di questa crisi. Le leadership coinvolte appaiono tutte vacillanti e bisognose di un diversivo esterno per consolidare il proprio potere. Il governo israeliano di Netanyahu, logorato politicamente, trova nella guerra la propria unica garanzia di sopravvivenza. Similmente, il regime teocratico iraniano, confrontato con un dissenso interno crescente e fiaccato dalle sanzioni, scommette sulla retorica bellica per ricompattare il fronte. Anche le opulente monarchie del Golfo celano profonde fragilità: l’Arabia Saudita è costretta a ridimensionare i suoi ambiziosi progetti di “Vision 2030” e a cercare supporto esterno. In questo scenario, ogni evento sembra rispondere a un copione preordinato, dove la crisi non è un accidente, ma una costruzione meticolosa.

Leader mondiali giocano a scacchi con missili e trivelle su una scacchiera instabile, metafora della crisi geopolitica.
Le decisioni dei leader, mosse da instabilità interna e calcoli economici, mettono a rischio l’equilibrio globale come una partita su una scacchiera fatiscente.

Per approfondimenti:

  1. Iran, Israele brucia il petrolio. Bombe sui terminal del Golfo
    Analisi dell’escalation militare con focus sugli attacchi israeliani agli impianti energetici iraniani di Bandar Abbas e South Pars, le minacce di chiusura dello Stretto di Hormuz e le ripercussioni geopolitiche, inclusi i ruoli di USA, Arabia Saudita e Turchia .
  2. I missili e le bombe di Israele e Iran colpiscono anche i mercati
    Approfondimento sull’impatto economico del conflitto: l’impennata del prezzo del petrolio (oltre 73$ al barile), i rischi di un blocco dello Stretto di Hormuz e le proiezioni di Goldman Sachs su possibili scenari energetici globali .
  3. Iran ‘downs F-35 jet’ as Israeli strikes continue
    Dettagli tecnici e controversie sull’abbattimento degli F-35 israeliani, operazioni militari reciproche (incluso l’impiego di droni e missili balistici) e reazioni internazionali, con verifiche indipendenti sulle affermazioni di Teheran .
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