L’Imperativo della Trasparenza Infranto: Il Caso Von der Leyen-Pfizer
L’esigenza di trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica subisce un duro colpo con la vicenda che vede protagonista Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, e le sue comunicazioni con Albert Bourla, CEO di Pfizer. La recente statuizione del Tribunale dell’Unione Europea ha inferto una censura significativa alle tattiche dilatorie della Commissione, la quale per lungo tempo ha eluso le richieste di accesso ai messaggi intercorsi durante le cruciali negoziazioni per l’approvvigionamento dei vaccini anti-Covid. Questa vicenda disvela un panorama inquietante sulla gestione di accordi multimiliardari, stipulati con clausole secretate e un onere finanziario ingente per gli Stati membri, ponendo interrogativi ineludibili sulla condotta delle massime istituzioni comunitarie. La prolungata resistenza nel divulgare tali comunicazioni, potenzialmente gravide di dettagli imbarazzanti o compromettenti, alimenta il sospetto e mina la fiducia dei cittadini.
Il Diktat Giudiziario sulla Trasparenza dei Messaggi e le Sue Implicazioni
Il Tribunale dell’UE ha emesso un verdetto inequivocabile, respingendo le argomentazioni addotte dalla Commissione Europea per giustificare la mancata divulgazione degli SMS scambiati tra la sua Presidente e l’amministratore delegato di Pfizer. Questi messaggi, inviati in un arco temporale che si estende da gennaio 2021 a maggio 2022, coincidono con la fase più concitata delle trattative per l’acquisto di dosi vaccinali, contratti che hanno impegnato somme colossali a carico dei bilanci nazionali. La pretesa iniziale della Commissione di “non possedere” tali messaggi è stata giudicata pretestuosa e non confacente ai principi di buona amministrazione. La normativa europea, infatti, sancisce il diritto di accesso del pubblico ai documenti delle istituzioni, un principio cardine per garantire la responsabilità e la democraticità dell’operato comunitario. La sentenza ha quindi smantellato il castello di pretesti eretto dall’esecutivo, qualificando le sue giustificazioni come “imprecise e mutevoli”, un eufemismo per definire tentativi di occultamento e procastinazione.
Retorica della Trasparenza vs. Prassi di Opacità della Commissione Europea
Di fronte alla decisione giudiziaria, la Commissione Europea ha manifestato una formale “presa d’atto”, accompagnata da rinnovate promesse di “massima trasparenza”. Tale dichiarazione stride fortemente con il comportamento tenuto per oltre due anni, caratterizzato da un ermetismo inscalfibile e da una sistematica negazione di accesso alle informazioni. Questa subitanea conversione alla diafanità appare poco credibile, quasi una recita istituzionale volta a placare le critiche, senza tuttavia fugare i dubbi sulla reale volontà di fare luce completa sulla vicenda. Il diniego, o la possibile eliminazione, di comunicazioni di tale rilevanza solleva questioni cruciali sulla conservazione degli atti e sulla responsabilità dei funzionari. L’assenza di una chiara ammissione riguardo l’esistenza o l’eventuale distruzione dei messaggi non fa che alimentare un clima di sospetto e sfiducia, corroborando l’immagine di un’amministrazione refrattaria al controllo democratico.
L’Indignazione Selettiva e la Carenza di Trasparenza Pregressa nelle Dinamiche Politiche
Le reazioni del mondo politico alla sentenza sono state improntate a una sdegnata riprovazione, sebbene con sfumature di opportunismo. Esponenti di diverse fazioni, come Dario Tamburrano del Movimento 5 Stelle, hanno lanciato strali contro Ursula von der Leyen, accusandola di mendacio e di aver celato accordi capestro dannosi per i cittadini. Tuttavia, tale foga moralizzatrice appare tardiva e, per certi versi, ipocrita. Proprio il Movimento 5 Stelle, durante il governo Conte, si rese promotore di misure draconiane, quali lo stato di emergenza e una campagna vaccinale con elementi di coercizione, che limitarono diritti e libertà fondamentali, spianando la via a quel sistema di gestione emergenziale che ora viene criticato. Similmente, i Verdi europei, pur invocando decisioni prese alla luce del sole per evitare la preponderanza degli interessi corporativi, nel 2021 appoggiarono con fervore l’introduzione del Green Pass europeo, uno strumento che sollevò non poche perplessità in termini di privacy e controllo, e che fu il corollario delle politiche di acquisto vaccinale ora sotto scrutinio. Questa indignazione a comando svela una complicità pregressa, mascherata da un improvviso zelo per la trasparenza.
Trasparenza Finale: Il Fallimento Etico e Democratico dell’Apparato Europeo
La vicenda degli SMS tra la Presidente della Commissione e il gigante farmaceutico Pfizer non è un mero incidente di percorso, ma il sintomo di una patologia più profonda che affligge l’architettura decisionale europea. L’affaire ha portato alla luce le dinamiche opache che possono intercorrere tra le alte sfere istituzionali e i potentati economici, mettendo in discussione l’integrità del processo decisionale. Al di là delle responsabilità individuali, emerge un deficit sistemico di accountability. Il danno inflitto non è solamente politico ed economico, con ingenti risorse pubbliche gestite nel segreto, ma anche e soprattutto democratico, poiché incrina il rapporto fiduciario tra i cittadini e le istituzioni che dovrebbero rappresentarli. La pretesa di trasparenza non è una concessione, ma un diritto fondamentale, e la sua negazione sistematica, seguita da tardive e poco convincenti promesse, non fa che esacerbare la disaffezione popolare verso un’Europa percepita come distante e autoreferenziale. Il “teatrino” delle giustificazioni e delle accuse incrociate non basta a celare le profonde crepe etiche e procedurali.

Per approfondimenti:
- Pfizergate: Will we ever see von der Leyen’s texts?
Analisi dettagliata del caso “Pfizergate”, con focus sulla sentenza del Tribunale UE che condanna la mancata trasparenza della Commissione europea riguardo agli SMS tra von der Leyen e il CEO di Pfizer. Il articolo esplora le implicazioni politiche e legali della decisione, incluso il possibile impatto sulla governance dell’UE . - Von der Leyen’s texts with Pfizer boss can be shared, says EU’s highest court
Articolo del Guardian che ripercorre la vicenda giudiziaria, sottolineando come la Corte di Giustizia UE abbia annullato il rifiuto della Commissione di divulgare i messaggi. Include critiche allo stile di leadership opaco di von der Leyen e riferimenti ai contratti miliardari sui vaccini . - Pfizergate verdict delivers blow to European Commission
Approfondimento di Deutsche Welle sulle conseguenze politiche della sentenza, con interviste a esperti di trasparenza e critiche alla gestione centralizzata della Commissione. Evidenzia le richieste di indagini indipendenti e le reazioni dei gruppi parlamentari europei . - Vaccini, il Tribunale UE boccia Ursula von der Leyen
Articolo di Milano Finanza che sintetizza la decisione del Tribunale UE, con focus sugli aspetti economici dei contratti con Pfizer e le accuse di opacità. Include dettagli tecnici sul quadro normativo europeo e le possibili ripercussioni finanziarie per gli Stati membri.