L’attuale paradigma economico liberale ha eretto la mercificazione della vita a suo principio cardine, una logica pervasiva che riduce l’esistenza umana a mera merce scambiabile sul mercato globale. Questa dinamica non rappresenta una deviazione accidentale del sistema, bensì il suo più autentico e inquietante meccanismo operativo. In tale contesto, fenomeni apparentemente distinti come la maternità surrogata a livello planetario, l’incessante traffico di minori e i conflitti armati, quale quello in Ucraina, si rivelano come facce interconnesse di una medesima, esiziale medaglia. La vita umana viene spogliata della sua sacralità intrinseca per essere quantificata, prezzata e infine venduta al miglior offerente, in un ciclo di consumo che non conosce sosta e che, per perpetuarsi, necessita di alimentare costantemente la domanda attraverso la creazione di nuovi bisogni e, se necessario, di nuovi fronti di crisi.
La Mercificazione della Vita nel Ventre Materno
L’utero in affitto su scala globale è uno degli esempi più lampanti di questa deriva. Proiezioni autorevoli, come quelle attribuite a Frank Wright, delineano un futuro prossimo in cui il mercato internazionale della surrogazione potrebbe raggiungere e superare i 130 miliardi di dollari entro il 2030. In questo lucroso commercio, l’Ucraina si è distinta come un epicentro nevralgico, un hub per la tratta di neonati la cui funzione non è stata interrotta dal conflitto, ma ne è, per certi versi, integrata. Donne e bambini sono declassati a “prodotti” acquistabili, con un tariffario che oscilla in modo vertiginoso dai 20.000 ai 250.000 dollari. Mentre voci critiche, come quella della femminista Lexi Ellingsworth, denunciano con veemenza questa “vendita di vite umane”, si assiste a una pervicace ipocrisia da parte di numerose nazioni occidentali. Il Regno Unito, ad esempio, vieta la surrogazione commerciale entro i propri confini, ma permette ai suoi cittadini di approvvigionarsi legalmente di bambini all’estero, avallando di fatto il sistema che a parole condanna.
La Guerra come Catalizzatore della Mercificazione della Vita
Il conflitto ucraino, lungi dall’essere un’aggressione “immotivata” e improvvisa, è stato descritto da stessi analisti e strateghi americani come un evento previsto e deliberatamente provocato. La sua funzione trascende la mera geopolitica per assurgere a strumento economico vitale. Un sistema fondato sul consumo perpetuo richiede, per sua natura, una crescita infinita; quando i mercati tradizionali rallentano o raggiungono la saturazione, diviene imperativo aprire nuovi fronti. Questi possono essere fronti armati, come nel caso ucraino, o fronti biopolitici. La NATO agisce come il braccio militare di questo “ordine internazionale liberale”, garantendo con la forza la stabilità necessaria ai flussi di capitale e merci. La guerra diviene così il motore ultimo dell’economia, un meccanismo che trasforma la distruzione in profitto e la vita umana in una variabile il cui valore è determinato unicamente dalla sua capacità di generare un ritorno economico: il costo di un’adozione, il prezzo di una bomba, il profitto di un’iniezione.
L’Ontologica Mercificazione della Vita e l’Industria Transgender
Questo processo di reificazione dell’umano trova un’ulteriore e sinistra espressione in quella che Frank Wright definisce la “rivoluzione transumano-transgender”. Come documentato da studiose quali Jennifer Bilek e Genevieve Gluck, si è assistito all’ascesa di un’industria multimiliardaria che ha saputo monetizzare ogni aspetto dell’esistenza: l’identità personale, i corpi, specialmente quelli infantili, la dissociazione di genere e persino la morte. L’identità non è più un dato ontologico da scoprire, ma un prodotto da costruire, personalizzare e, se necessario, modificare a pagamento. Questo fenomeno riceve il pieno sostegno delle istituzioni occidentali, che promuovono attivamente pratiche come l’eutanasia, il suicidio assistito e la transizione di genere come “diritti” inalienabili, mascherando dietro il linguaggio della libertà individuale un profondo e subdolo processo di mercificazione dell’essere.
Ucraina: Epicentro della Mercificazione della Vita Umana
In Ucraina, il quadro assume contorni ancora più drammatici. Fonti ufficiali delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e del Consiglio d’Europa hanno ripetutamente denunciato una collusione sistemica che coinvolge apparati di polizia, magistratura e politica locale nel traffico di esseri umani. L’abbandono di minori, la compravendita di neonati e lo sfruttamento sistematico dei rifugiati sono realtà documentate ma largamente ignorate. La guerra funge da acceleratore e da cortina fumogena per queste pratiche, creando le condizioni ideali per rimettere in moto quello che viene definito l’Impero Arcobaleno. Un impero che, celandosi sotto le vesti progressiste della difesa dei diritti, ha in realtà trasformato l’umanità nel suo prodotto più redditizio e versatile. Il prezzo della vita, in questo nuovo ordine, non ha più alcun fondamento etico o morale: è semplicemente qualunque cifra qualcuno, in qualche parte del mondo, sia disposto a pagare.

Per approfondimenti:
- Tratta di bambini ucraini a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo: rischi in evidenza
Rapporto ufficiale del Consiglio d’Europa che documenta i rischi di tratta e sfruttamento dei minori ucraini sfollati a causa della guerra, con dati su vulnerabilità, collusioni sistemiche e raccomandazioni per la protezione . - Ucraina: sulle tracce dei bambini rubati
Inchiesta giornalistica sulle deportazioni sistematiche di minori ucraini in Russia per indottrinamento, rivelando il ruolo delle autorità russe in quello che viene classificato come crimine di guerra . - Anti-surrogacy activist calls for end to multi-billion dollar ‘baby trade’ worldwide
Intervista all’attivista Lexi Ellingsworth che denuncia il mercato globale della maternità surrogata come “commercio di bambini”, con casi studio su sfruttamento economico, vuoti normativi e connessioni con la guerra in Ucraina . - Ukraine is a Key Hub for the Sale of Babies
Analisi indipendente (fonte non mainstream) sul ruolo dell’Ucraina come epicentro del mercato internazionale della surrogazione, con focus su dinamiche economiche, sfruttamento di donne vulnerabili e impatti bellici.