La Funzione dell’Ingranaggio Globale
Il corrente dissidio tra Israele e Iran non rappresenta un’escalation improvvisa né la conseguenza di minacce immediate, bensì un episodio meticolosamente orchestrato all’interno di un più vasto ingranaggio globale. Costituisce un artificio strategico, governato da entità sovraordinate che trascendono le nazioni direttamente coinvolte. I governi di Teheran e Tel Aviv agiscono quali attori funzionali a una regia superiore, il cui fine ultimo è l’utilizzo del conflitto come strumento per edificare, con calcolata progressione, una nuova architettura del potere mondiale. La dinamica bellica diviene così il volano per un’alterazione profonda degli equilibri geopolitici, perseguita con lucida determinazione.
Il Pretesto Nucleare nell’Ingranaggio Globale
La narrazione convenzionale adduce l’offensiva israeliana alla necessità impellente di neutralizzare il programma nucleare iraniano. Tale retorica, tuttavia, si rivela fallace e strumentale. Asservita alla consueta dicotomia del doppio standard, etichetta le azioni come “difesa” o “aggressione” in base a convenienze mutevoli. La minaccia atomica iraniana, pur essendo una realtà strategica fin dagli anni Ottanta, è primariamente un pretesto. Concepita dal regime khomeinista come garanzia di sopravvivenza e leva negoziale, essa è stata tollerata e oggi sfruttata come catalizzatore per il consenso interno israeliano e come formidabile strumento di pressione diplomatica sulla scena internazionale.
Caos Calcolato: Il Motore dell’Ingranaggio Globale
Il fulcro della questione non risiede nella potenziale proliferazione nucleare, ma nella deliberata generazione di un caos calcolato. L’obiettivo è esacerbare le tensioni, fomentare una polarizzazione estrema e frammentare l’opinione pubblica in fazioni irriducibili. Questa contrapposizione viene cinicamente sfruttata per legittimare e implementare inediti meccanismi di controllo sociale, repressione del dissenso, accelerazione del riarmo e ridefinizione delle alleanze strategiche. Mentre le masse si consumano in sterili dispute digitali e manifestazioni di piazza, si persegue l’assoggettamento a un potere sempre più accentrato e omologante.
L’Ingranaggio Globale e la Destabilizzazione Sistemica
Sul proscenio mediorientale, il conflitto serve anche a giustificare il riassetto delle risorse energetiche, come dimostra il bombardamento israeliano delle infrastrutture del giacimento di gas South Pars, un chiaro monito contro ogni velleità di autonomia energetica. Questo scenario non è che un fronte di una guerra sistemica e diffusa, inaugurata nel 2020 contro le popolazioni mondiali. Si tratta di una destabilizzazione permanente, un ingranaggio oliato dove ogni crisi, ogni escalation, contribuisce al consolidamento di un ordine globale autoritario, fortificato dalla paura, dall’emergenza continua e da una sofisticata manipolazione mediatica.

Per approfondimenti:
- Mappatura delle reazioni internazionali all’attacco israeliano in Iran
Analisi dettagliata delle posizioni di 90 paesi sul conflitto, con focus sulle divisioni tra l’UE (solo Francia, Germania e Repubblica Ceca sostengono il “diritto di autodifesa” israeliano) e la condanna unanime dei Paesi mediorientali, che denunciano un’aggressione in violazione del diritto internazionale . - La prevedibile guerra Iran-Israele nel quadro del Nuovo Ordine Mondiale
Approfondimento sul legame tra l’escalation militare e il riassetto geopolitico globale promosso da Trump e Putin, che attraverso “zone d’influenza” definite (Medio Oriente agli USA, Europa dell’Est alla Russia) mirano a smantellare il diritto internazionale nato dal 1945 . - Crisi dell’ordine globale e doppi standard nucleari
Critica sistematica alla disparità di trattamento tra Israele (non firmatario del TNP) e Iran (sotto scrutinio nonostante le verifiche IAEA), evidenziando come gli attacchi accelerino la frammentazione multipolare e l’erosione delle istituzioni internazionali . - Ritorno di Khomeini e radici storiche della Rivoluzione Iraniana
Ricostruzione del rientro dall’esilio di Khomeini (1° febbraio 1979), evento che segnò la caduta dello Scià e l’istituzione della Repubblica Islamica, fornendo contesto sulle origini dell’ideologia anti-occidentale e anti-israeliana del regime .