Home Politica Nazionale Meloni e la Guerra Santa alla Cultura Woke: l’Occidente è Salvo

Meloni e la Guerra Santa alla Cultura Woke: l’Occidente è Salvo

In un'epica dichiarazione che farà tremare i professori di gender studies di tutto il mondo, la premier ha finalmente identificato il vero nemico: la cultura woke. Mentre l'inflazione galoppa e le crisi internazionali si accumulano, finalmente una priorità chiara. L'Occidente, distratto da questioni irrilevanti come l'economia e la pace, può ora tirare un sospiro di sollievo: una paladina è scesa in campo per difenderlo dai pronomi neutri.

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Illustrazione satirica di Giorgia Meloni come una guerriera che combatte il mostro della cultura woke.
La nostra impavida leader in una rappresentazione assolutamente fedele e per nulla esagerata della sua ultima, fondamentale battaglia.
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L’annuncio che tutti stavamo aspettando

Finalmente una buona notizia, una di quelle che ti fanno alzare dal letto col sorriso. In un mondo assediato da quisquilie come guerre, pandemie e crisi climatiche, il nostro governo ha deciso di puntare dritto al cuore del problema: la cultura woke. Sì, avete capito bene. Non il caro bollette, non la sanità al collasso, ma quel subdolo nemico che si annida nelle desinenze, negli asterischi e nelle serie TV con troppa rappresentazione. La premier, con piglio da condottiera, ha annunciato urbi et orbi che non permetterà a questa minaccia di dividere i sacri pilastri del mondo libero: l’Italia e gli Stati Uniti d’America. Un’alleanza forgiata nel fuoco della pizza con l’ananas e ora cementata dalla lotta contro l’inclusività.

Un nemico potente e spietato

Ma cos’è, esattamente, questa cultura woke che ci minaccia? È un’entità sfuggente, quasi mitologica. Alcuni dicono sia un esercito di attivisti armati di schwa, altri un complotto ordito da Hollywood per costringerci a guardare film con protagoniste femminili non stereotipate. La premier non ha fornito dettagli, ma non ce n’è bisogno. A noi basta la sua parola. L’importante è avere un nemico, un capro espiatorio su cui riversare le nostre frustrazioni. E cosa c’è di meglio di un concetto astratto e importato dall’America? È perfetto: non si può sconfiggere, quindi la battaglia può durare all’infinito, garantendo distrazione perenne.

Le prossime mosse strategiche

Cosa dobbiamo aspettarci ora? Probabilmente un nuovo ministero: il Ministero per la Difesa dell’Identità Occidentale e la Lotta al Pronome Facile. Immaginiamo già i primi decreti: obbligo di usare solo il maschile sovraesteso, multe salatissime per chiunque ordini un “latte macchiato all’avena” e corsi di rieducazione per chiunque abbia apprezzato l’ultimo film Pixar. Sarà una battaglia dura, ma necessaria. Mentre il mondo va a rotoli, noi saremo qui, fieri, a difendere il diritto di sentirci offesi per un personaggio di un cartone animato. E questa, signori, è una vittoria che nessuno potrà toglierci.

Fonte della notizia reale che ha ispirato questa correzione: “Meloni: “Cultura woke cerca di dividere Italia e Usa””.

PER APPROFONDIMENTI

TRECCANI: Per capire, con una serietà quasi commovente, di cosa stiamo parlando prima di iniziare a urlarci contro.

THE NEW YORK TIMES: Dove gli americani, che questa roba l’hanno inventata, ancora non hanno capito se sia una cosa seria o una scusa per litigare.

THE GUARDIAN: Per leggere le opinioni di chi pensa che, forse, ma solo forse, ci siano problemi leggermente più urgenti.

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