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L’inganno della scultura invisibile

Partendo dalla controversa vendita di "Io sono" di Salvatore Garau, un'opera immateriale, si esplorano i confini dell'arte concettuale. Questa scultura invisibile diventa un pretesto per interrogarsi sulla natura stessa dell'esistenza e sulla contrapposizione tra mondo fisico e metafisico. È una provocazione o la forma più pura di espressione artistica? Una riflessione profonda che tocca la filosofia.

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L'opera "Io sono" di Salvatore Garau: uno spazio vuoto che costringe a riflettere sulla natura dell'esistenza e dell'arte.

La Scultura Invisibile come Paradigma Concettuale

L’opera “Io sono” di Salvatore Garau, una scultura invisibile, ha catalizzato un rinnovato dibattito sull’essenza dell’arte concettuale, un terreno già dissodato da figure come Maurizio Cattelan. Acquisita per una somma considerevole, questa creazione immateriale trascende la mera provocazione per approdare a una forma di espressione artistica distillata, epurata da ogni sovrastruttura fisica. L’intento dichiarato dell’artista è di ricondurre l’arte al suo nucleo primigenio: il concetto puro, svincolato dalla sua manifestazione tangibile. L’opera esiste in virtù della sua energia e della sua capacità di occupare uno spazio mentale, esattamente come un “concerto di silenzio”, dove ciò che viene percepito è una vibrazione ideale anziché un suono materiale. La sua esistenza, sebbene impalpabile, è asserita con fermezza, obbligando l’osservatore a una disamina profonda.

Interrogativi Esistenziali Sollevati dalla Scultura Invisibile

L’affermazione dell’esistenza di un’opera invisibile innesca inevitabilmente delle profonde diramazioni filosofiche. Essa ci costringe a confrontarci con interrogativi primordiali: qual è la definizione ultima di “esistere”? La presenza fisica all’interno delle coordinate spazio-temporali è una condizione sine qua non per poter asserire l’esistenza di qualcosa? La riflessione si espande, conducendo a una valutazione comparativa tra il dominio della metafisica e quello della fisica. Ciò che è puramente concettuale e non misurabile possiede uno statuto di realtà inferiore rispetto a ciò che è percepibile dai sensi, o, al contrario, ne costituisce il fondamento più autentico e ineludibile?

La Preminenza della Metafisica sulla Scultura Invisibile e la Realtà Fisica

La dimensione metafisica non solo è altrettanto reale di quella fisica, ma la sottende e ne costituisce la matrice originaria. Questo piano di esistenza, tuttavia, si sottrae ai convenzionali strumenti di indagine sensoriale, richiedendo per la sua comprensione un’alterazione dello stato di coscienza ordinario. L’universo stesso, nella sua genesi, potrebbe essere scaturito da un impulso metafisico, un “qualcosa” che precede e trascende le leggi fisiche e lo stesso tessuto dello spazio-tempo. La scienza contemporanea, del resto, non ha ancora risolto l’enigma dell’origine cosmica, e la teoria del Big Bang descrive un’espansione piuttosto che una creazione dal nulla, presupponendo un quadro spazio-temporale preesistente.

Silhouette di una persona che osserva uno spazio apparentemente vuoto ma carico di una vibrazione energetica, simboleggiando la percezione della metafisica.
L’arte invisibile ci costringe a guardare oltre i sensi, verso una realtà metafisica percepibile solo con un diverso stato di coscienza.

Per approfondimenti:

  1. Intervista con Salvatore Garau: «L’assenza ci circonda e io ne ho fatto arte» – La Nuova Sardegna
    L’artista spiega la filosofia dietro le sue sculture invisibili, confrontandole con gli NFT e riflettendo sul concetto di assenza nella società contemporanea. Garau approfondisce il ruolo dell’immaginazione e collega le opere a temi metafisici, sostenendo che “il vuoto è un contenitore di riflessione” .
  2. An Italian Artist Auctioned Off an ‘Invisible Sculpture’ for $18,300. It’s Made Literally of Nothing | Artnet News
    L’articolo internazionale documenta la vendita di “Io sono” e le reazioni globali, includendo le dichiarazioni di Garau sul vuoto come “spazio pieno di energia” secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg. Analizza il paragone con precedenti storici dell’arte concettuale e le installazioni successive come “Afrodite piange” a New York .
  3. Artista vende per 15mila euro opera invisibile. Lui risponde “perché vi scandalizzate?”
    Focus sulle polemiche seguite all’asta, con la difesa dell’artista che confronta il valore della sua opera con i prezzi del mercato tradizionale. Riporta la metafora di Garau: “Ho venduto un niente colmo del tutto”, sottolineando come l’opera sfidi il materialismo attraverso l’immaterialità .

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