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La Nostra Fine: Sottomissione Culturale

Mentre nelle scuole si oblitera la nostra tradizione, un'agenda geopolitica secolare avanza. Dalla teoria della Pan-Europa Africa ai milioni stanziati da Bruxelles per promuovere l'Islam, emerge il disegno di una sottomissione culturale. Non è un caso, ma l'attuazione di un progetto che smantella la nostra civiltà, pagato con i soldi dei cittadini.

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La commistione forzata tra simboli culturali divergenti prefigura la fine di un'identità secolare.

Il Disegno Egemonico della Sottomissione Culturale

In Italia e in altri contesti europei, si sta palesando un fenomeno che sovverte i paradigmi dell’integrazione, prefigurando una deliberata sottomissione culturale. Tale processo non è frutto di contingenze casuali, ma appare come l’attuazione metodica di un progetto geopolitico di vasta portata e di risalente concezione. Assistiamo a episodi emblematici, quali le visite didattiche di scolaresche a centri islamici, prontamente diffuse con compiacimento sui social media da figure religiose locali. Questi eventi si collocano in un contesto paradossale, dove le istituzioni scolastiche, in nome di una laicità interpretata in modo unilaterale, rimuovono sistematicamente i simboli della tradizione giudaico-cristiana, arrivando a vietare recite natalizie o a imporre restrizioni alimentari durante il Ramadan per non urtare suscettibilità altrui. La discrepanza è lampante: la laicità sembra valere solo per la cultura autoctona, mentre si spalancano le porte a manifestazioni di culture esogene, spesso in palese antitesi con i valori fondanti della nostra società.

Le Radici Storiche della Sottomissione Culturale Europea

Questa dinamica di erosione identitaria affonda le proprie radici in una visione strategica formulata oltre un secolo fa. Si tratta del piano concepito dal Movimento Synarchico Imperiale, un’élite tecnocratica di origine francese che nel 1922 teorizzò la creazione di cinque macro-regioni globali. Una di queste, la Pan-Europa Africa, prefigurava un blocco continentale ibrido, esteso dal cuore dell’Europa al continente africano, volutamente sradicato da ogni identità storica e culturale specifica. L’obiettivo era il superamento degli Stati-nazione a favore di entità sovranazionali governate da un’autorità tecnocratica non elettiva. La Brexit, in questa prospettiva, non appare come una coincidenza, ma come un tassello coerente con la visione originaria che escludeva la Gran Bretagna da tale blocco. Oggi, quel disegno assume contorni concreti attraverso lo smantellamento sistematico delle culture, delle fedi e degli ordinamenti giuridici nazionali, mascherato sotto il vessillo dell’inclusione e della governance globale.

Dati e Finanziamenti: Le Prove della Sottomissione Culturale

A suffragare questa analisi concorrono dati demografici e finanziari inoppugnabili. Nelle nazioni che costituirebbero il fulcro africano di questa macro-regione, come Niger o Mali, le pratiche dei matrimoni precoci sono endemiche, con percentuali elevatissime di ragazze unite in matrimonio prima della maggiore età. Tali usanze, che nel nostro ordinamento configurerebbero gravi reati come la pedofilia, vengono silenziate nel dibattito pubblico europeo per il timore di incorrere nell’accusa di islamofobia, dimostrando una pavidità che antepone il politicamente corretto alla difesa dei diritti umani fondamentali. L’offensiva, tuttavia, non è solo demografica, ma anche finanziaria. L’Unione Europea, per l’anno 2025, ha destinato ben 17 milioni di euro a progetti di ricerca volti a promuovere e normalizzare la presenza islamica in Europa. Finanziamenti cospicui, come i 10 milioni per “Il Corano europeo”, sono finalizzati a “valorizzare” l’influenza del testo sacro islamico sulla cultura continentale, mentre altri studi esplorano la sharia, il sufismo o l’islamofobia come presunta emergenza democratica. Questa prodigalità di risorse pubbliche verso la promozione di una cultura specifica appare stridente, specialmente considerando che le comunità islamiche in Italia non hanno mai sottoscritto un’intesa formale con lo Stato, a differenza di altre confessioni, e mantengono posizioni inconciliabili con i principi cardine del nostro diritto, dalla parità di genere al rifiuto della poligamia. Si configura così una strategia di sottomissione ideologica, pagata con le tasse dei cittadini europei, che mira alla de-europeizzazione del continente e alla dissoluzione della sua memoria e della sua civiltà.

Scacchiera sulla mappa d'Europa dove tecnocrati senza volto sacrificano monumenti europei, finanziando il tutto con fondi UE diretti verso l'Africa.
Le élite muovono le pedine sulla scacchiera geopolitica, sacrificando l’identità europea in nome di un progetto sovranazionale.

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